La presenza di deficit cognitivi in pazienti dello spettro della schizofrenia è documentata da numerose ricerche. In particolar modo gli studi hanno messo in evidenza un coinvolgimento delle funzioni esecutive: memoria di lavoro, capacità di pianificazione, capacità di elaborazione strategica, flessibilità cognitiva; ma anche la presenza di alterazioni a carico della memoria a lungo termine verbale. Inoltre, alcuni lavori di ricerca hanno dimostrato che tali alterazioni sarebbero presenti anche prima dell’insorgenza della patologia.
Occorre tener presente che i deficit cognitivi riscontrati possono avere conseguenze sulla consapevolezza di malattia, sulle capacità di “insight”, sulla capacità di comprendere pensieri e sentimenti propri ed altrui e quindi sul funzionamento sociale.
Recenti studi hanno messo alla prova l’efficacia di specifici programmi di riabilitazione cognitiva ottenendo risultati incoraggianti sul funzionamento cognitivo in diversi domini; i risultati migliori sembrano ottenibili con interventi precoci rispetto al periodo di esordio psicotico; il funzionamento della persona nei primi 3-5 anni di malattia è infatti predittivo del livello di disabilità successivo.
Risulta quindi di fondamentale importanza l’inizio del training cognitivo il più precocemente possibile, ovvero entro il periodo critico, nei soggetti con esordio psicotico, agendo in particolar modo sulle funzioni esecutive.
Il training cognitivo si dimostra quindi un utile strumento ad integrazione di programmi di intervento più ampi.